master bus

Master Bus: Che cos’è e come funziona nel Mix

Come gestire il Master Bus


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Il Master Bus è quel canale del mixer in cui confluiscono tutti i suoni e gli effetti presenti nella tua sessione (ovvero sui canali del mixer).

Nelle DAW è indicato con la dicitura “Master” e viene reso facilmente riconoscibile poiché rappresenta l’ultimo stadio del tuo mixer prima che il suono venga inviato alla tua interfaccia audio e quindi ai tuoi studio monitor.

Il Master Bus rappresenta l’anello di congiunzione fra il mondo della DAW e il mondo esterno.

Gestire il Master Bus può sembrare una cosa semplice, specialmente all’inizio, tuttavia, studiando più attentamente ci si accorge che questa parte del mixer offre infinite possibilità tecniche e creative.

Master Bus di Ableton Live
Master Bus di Ableton Live

Il Master Bus viene processato principalmente in due occasioni: al termine della fase di mixing (che è l’argomento di questo articolo) per fissare il lavoro del mix, regolare l’headroom ed eliminare (in modo trasparente) picchi sgradevoli, e, in fase di mastering durante la conclusione del processo.

Nel primo caso, lo scopo di lavorare il Master Bus è quello di prepararlo per la fase di mastering.

In questo modo, dovrai lavorare di meno in fase di Mastering (poiché avrai già risolto alcuni problemi in questa fase), evitando di appesantire la sessione o inserire fastidiosi artefatti che potrebbero inficiare la qualità definitiva del prodotto.

Nel secondo caso invece, il Master Bus va lavorato per ottenere il miglior risultato possibile in termini di mastering.

È proprio qui, ed in questa fase, che si inseriscono plugins come iZotope Ozone, Maximizer, Plugins di Metering, ecc.

Approfondiamo adesso come lavorare il Master Bus all’interno del tuo mix.

Lavorare il Master Bus in fase di Mixing


Lavorare il Master Bus in fase di mixaggio è una tecnica molto usata dai producer più avanzati.

Lo scopo principale è quello di ottenere un mix dinamico ma bilanciato, con un buon headroom in modo tale da essere facilmente lavorabile in fase di mastering.

Tuttavia, in questa fase potrai anche aggiungere effetti creativi al tuo Master Bus, effetti che andranno a coinvolgere l’intero brano.

Ad esempio, potresti voler applicare dei filtri con riverbero e automatizzarli sul build up per dare alla traccia un maggiore impatto sonoro sul drop.

Come sempre, il limite è solo la creatività!

Sarà bene creare una piccola catena di processori prima di aggiungere effetti e automazioni, in questo modo fisserai il sound generale della traccia e avrai un’idea più chiara degli interventi da fare.

Master Bus Chain
Master Bus Chain

Analizziamo una possibile catena di processori per il Master Bus in fase di mixing (prima dell’export finale).

  • INPUT

Il segnale in ingresso nel Master Bus dovrà essere assolutamente pulito e privo di distorsioni indesiderate.

Così facendo, i processori inseriti nella catena, lavoreranno su un suono stabile e non aggiungeranno fastidiosi artefatti che andrebbero ad inficiare la qualità generale del prodotto.

Il segnale in ingresso dunque non dovrà MAI andare in rosso (clip digitale), e dovrà presentare un buon livello di headroom per permettere ai processori di lavorare al meglio.

  • TAPE/ANALOG CHANNEL EMULATION

Il primo plugin che incontriamo nella catena è il Tape Emulator o Analog Channel Emulation (ad esempio il J 37 di Waves Audio oppure il Non-Linear Summer sempre di Waves Audio).

Si tratta di un tipo di plugin che emula il tipico colore di elementi analogici come il nastro magnetico o i canali di un banco da mix.

Aggiungendolo all’inizio della catena darai al tuo mix una sensazione di amalgama generale e un suono più caldo e veritiero.

Ogni genere musicale avrà bisogno di un trattamento diverso, una canzone Rock sicuramente non avrà le stesse necessità di un brano EDM, ricorda dunque di valutare con attenzione il tipo di plugin che vuoi inserire.

Un’emulazione di nastro magnetico, ad esempio, si presta di più per un tipo di traccia Rock che EDM, poiché richiama proprio quel sound tipico di quel genere.

  • SUBTRACTIVE EQ

L’equalizzazione sottrattiva ti servirà per rimuovere risonanze o frequenze indesiderate dal mix.

In questa fase non solo potrai scolpire il tuo mix in base alle tue necessità (evitando così di portarti in fase di mastering parti di spettro che dovrai rimuovere successivamente), ma potrai anche inserire plugins come ad esempio il Soothe 2 di Oeksound che ti aiuteranno a gestire le risonanze che, in fase di mastering, potrebbero uscire dal mix danneggiandolo.

  • COMPRESSOR

Il compressore ti servirà per gestire i picchi dinamici indesiderati.

Questo compressore si occupa principalmente di “tenere a bada” la dinamica del tuo brano, eviterai così di avere sbalzi dinamici eccessivi fra una sezione ed un’altra ad esempio.

Per questo punto della catena sarà meglio utilizzare un compressore digitale, privo di colore il quale agirà in modo trasparente sul brano senza schiacciarlo eccessivamente (il rischio è quello di avere un brano “piatto” e poco piacevole all’ascolto).

  • TONAL EQ

Grazie a questo equalizzatore potrai gestire il bilanciamento tonale del brano preparandolo così alla fase di mastering.

Lo scopo di questo equalizzatore, a differenza di quello sottrattivo, è di bilanciare le frequenze laddove queste siano carenti o eccessive.

Ricorda sempre di non eccedere con i boost, in questa fase bisogna solo bilanciare il suono, non abbellirlo o colorarlo.

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  • LIMITER

Eccoci all’ultimo anello della catena, il Limiter.

Questo plugin svolge un ruolo chiave poiché ti permetterà di gestire l’headroom del brano prima della fase di mastering.

L’headroom è un termine che definisce il margine fra il livello del segnale e il massimo livello da questo raggiungibile (all’interno di un dato sistema) prima di un eventuale clip o distorsione.

In altre parole, è la quantità di spazio (in dB) che si ha a disposizione per lavorare in fase di mastering, ecco perché la maggior parte dei brani vengono consegnati ai mastering engineer fra i -6 e -4dB.

È importante lasciare il giusto spazio di lavoro a chi dovrà svolgere il master, in questo modo, potrà lavorare al meglio sul brano e rispettare senza difficoltà gli standard imposti dall’industria musicale in termini di Loudness.

  • OUTPUT

Assicurati sempre che il segnale di Output non vada in rosso (non presenti clip o distorsioni), in caso contrario verifica il volume dei tuoi plugins e livella quelli in eccesso.

Verifica sempre (anche durante la lavorazione) il volume in uscita, utilizza dei plugins di metering come il WLM di Waves Audio o l’Insight di iZotope, per assicurarti che tutto sia sempre in ordine.

Processare il Master Bus è una pratica complessa che si padroneggia con l’esperienza e la sperimentazione.

È importante trovare i plugins giusti in base alle proprie necessità, imparare ad utilizzarli e soprattutto sapere quando utilizzarli.

Non è sempre necessario processare il Master Bus tramite l’uso di tutti questi plugins, non è detto che il mix necessiti di tali trattamenti. Tuttavia, qualora lo ritenessi necessario, ricorda che valori di compressione ed equalizzazione compresi tra -2dB e + 2dB dovrebbero essere più che sufficienti per gestire il Master Bus, la necessità di superare questi valori potrebbe indicare problemi all’interno del mix (il Master Bus infatti non viene mai sottoposto a trattamenti estremi, se non per scopi puramente creativi).

Potresti trovarti in situazioni in cui una piccola compressione e un buon limiter possono darti grandi risultati, tutto dipende dal mix originale.

Ricorda sempre che processare il Master Bus in questa fase della produzione (ovvero alla fine della fase di mixing) è importante per far si che il mastering possa dare risultati migliori.

La Mastering Chain


Lavorare il Master Bus in fase di mastering è una delle operazioni più delicate dell’intero processo di produzione di un brano.

In questa fase, il mastering engineer, dovrà regolare il bilanciamento tonale del mix, la dinamica, la saturazione, i livelli di uscita e molto altro.

Per farlo si avvale di alcuni strumenti che, applicati al Master Bus, compongono la Mastering Chain.

La Mastering Chain (o catena di mastering) non è altro che l’insieme di plugins utilizzati per processare il Master Bus in questa precisa fase.

Plugins come Ozone di iZotope danno all’utente la possibilità di creare e gestire Mastering Chain di altissima qualità.

Tuttavia, i produttori più esperti creano le proprie Mastering Chain avvalendosi di diversi plugins fra equalizzatori, compressori, stereo imager e molto altro.

Master Bus Esempio di Mastering Chain
Esempio di Mastering Chain

Creare una Mastering Chain efficace non è semplice, sono molti i fattori che incidono sulla scelta dei plugins, uno dei più importanti, come abbiamo visto, è proprio il trattamento del Master Bus in fase di mix.

Nell’esempio di Mastering Chain dell’immagine sopra possiamo vedere come venga introdotto, nel primo step, il Tape/Analog Channel Emulation, tuttavia, questo plugin non sarà strettamente necessario se è già stato introdotto nel Master Bus in fase di mix.

Questo esempio ci permette di comprendere, inoltre, quanto possano essere differenti fra loro due catene di mastering impiegate su brani di genere diverso.

Lo scopo principale della Mastering Chain è quello di ottenere un prodotto rispettoso degli standard in termini di Loudness e con una dinamica che non penalizzi l’ascolto sui diversi device oggi disponibili in commercio.

Conclusione


Lavorare il Master Bus è sempre un processo molto difficile che può impegnare molto tempo, per questo la sperimentazione e la conoscenza sia di diversi plugins che di diversi generi musicali, aiutano il produttore a capire subito dove e come intervenire.

L’ordine dei plugins all’interno della catena si rivela un fattore chiave per la riuscita della lavorazione, inoltre, come per la Vocal Chain, anche in questo caso i plugins dovranno essere impostati in modo da collaborare fra loro in modo ottimale.

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