Mixing Audio: 10 Strategie Efficaci

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Il Mixing Audio oggi è una fase essenziale nella produzione musicale.

Si tratta di una procedura molto complessa che prevede diverse fasi, fra cui: la regolazione dei livelli di ogni traccia, l’equalizzazione, la compressione, la creazione di riverberi e diversi altri procedimenti con l’obiettivo di creare un’amalgama generale fra tutte le componenti e raggiungere una qualità audio adeguata che permetta di pubblicare la traccia definitiva su ogni genere di supporto con la massima resa.

In questo articolo sul mixing audio ti mostrerò diverse procedure e strategie che ti aiuteranno ad ottenere un ottimo risultato sui tuoi mix.

Il mixing audio è spesso considerata un’arte, specialmente dai fonici di studio.

Questo perché, sebbene ci siano passaggi obbligati, rimane comunque (come la maggior parte delle cose in campo di produzione) il prodotto di un lavoro molto personale.

Ogni fonico e produttore che sviluppi un mix avrà le sue tecniche personali. Queste caratterizzeranno il mix in modo molto differente da fonico a fonico e da produttore a produttore.

Dunque devi sapere che non sempre un percorso di mixing è valido su tutti i generi musicali. Tendenzialmente ogni produttore è specializzato in un genere.

Tuttavia, come ti ho accennato prima, ci sono delle linee guida generali e passaggi obbligati che sono comuni a tutti i generi. Vediamoli insieme!

1 – Ordine

Mixing Audio in Ableton Live
Sessione di Mix in Ableton Live

Come ripeto sempre in ogni tutorial di produzione musicale, l’ordine è la cosa più importante per portare a termine un lavoro ottenendo il massimo risultato possibile.

Nel caso del mixing audio in particolare, l’ordine consiste nella corretta disposizione delle tracce audio separate sul tuo mixer, sia esso digitale o analogico.

Definisci i diversi colori in base al tipo di sezione su cui stai operando, ad esempio, la ritmica (quindi tutte le tracce di batteria) potresti colorarle di giallo, i synth di rosso, e così via.

In questo modo avrai già una panoramica da cui iniziare.

Una volta organizzate le diverse tracce, crea diversi piccoli gruppi che le contengano tutte in base alla tipologia, ad esempio, un gruppo con tutte le ritmiche al suo interno, un gruppo con tutti i synth, uno con le chitarre.

Cerca di creare più gruppi possibili ma senza mai unire elementi troppo differenti fra loro. Non ha alcun senso mettere nello stesso gruppo synth e ritmiche (a meno che non si voglia ottenere uno specifico effetto creativo), questo perché ogni gruppo sarà caratterizzato da una propria dinamica e da una propria equalizzazione che potrebbero far perdere valore a uno o più elementi del gruppo.

Cassa e basso vanno trattati come singoli elementi, non aggiungerli ad alcun gruppo, poiché questi elementi saranno (normalmente) gli unici ad occupare la parte di frequenze più basse.

Una volta ottenuti i gruppi e aver rinominato le tracce, vedrai che sulla tua sessione ci sarà un’ordine tale per cui potrai muoverti con molta più agilità, il che è fondamentale in fase di mixing.

2 – Prepara le tracce di ritorno

Crea tutte le tracce di ritorno che credi ti serviranno, potrebbero essere dedicate alla compressione parallela, allo sviluppo di un riverbero e perfino ad una saturazione parallela.

È importante avere tutto pronto prima di iniziare il mixing audio. In questo modo, non solo ti basterà una rapida occhiata alla tua sessione per verificare che tutto sia in ordine, ma sarai in condizione di non perdere tempo a cercare l’effetto giusto.

La rapidità in fase di mixing è fondamentale perché dovrai spesso fare degli ascolti di parti diverse della traccia per verificare che ciò che stai facendo vada bene su tutto il tuo brano e non solo su determinate parti.

Più veloce sarai più sarà facile per te notare delle differenze fra le diverse parti.

Durante la fase di mix avrai comunque bisogno di prenderti del tempo per capire come stai lavorando sul tuo brano, non c’è fretta, l’importante qui è la qualità!

3 – Posiziona i Marker

La struttura del brano è importantissima. Per questo posizionare dei marker che ti indichino dove le diverse posizioni delle parti si rivelerà di fondamentale importanza.

Inizia con il primo marker che indichi la sezione di intro, poi marca le strofe e i ritornelli, infine l’outro e, se è presente lo special.

In questo modo ti potrai muovere agevolmente fra le diverse sezioni e potrai facilmente confrontarle.

Tieni conto che la maggior parte del lavoro di mix viene svolto sul ritornello poiché la parte più importante del brano. Sarà proprio quello a definire il sound delle altre sezioni.

4 – Registrazioni di Qualità

Prima di passare alla fase vera e propria di mixing verifica che tutte le tue tracce siano ben registrate, pulite e che soddisfino le necessità degli artisti, senza tuttavia trascurare le tue.

Delle parti ben registrate sono un ottimo inizio per il tuo mix.

Se dovessi riscontrare qualcosa che non ti torna, come ad esempio dei click indesiderati, o magari del fastidioso noise di fondo, pulisci le tue tracce applicando loro dei plugin che non danneggino la qualità generale.

Se puoi registra nuovamente le tracce che non ti convincono, se questo non fosse possibile, allora procedi ad una pulizia manuale (se il file è troppo danneggiato la registrazione sarà necessaria).

Se tutte le tracce sono ben registrate vedrai che già da un primo ascolto saranno ben amalgamate fra loro, in questo modo potrai concentrarti maggiormente sul mix generale.

5 – I Volumi

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Prima di aggiungere equalizzatori, compressori e riverberi è fondamentale aggiustare i livelli di tutte le parti affinché queste si incastrino al meglio fra di loro.

Potrai eseguire questa operazione tramite i fader del tuo mixer (digitale o analogico) ed eventualmente dal clip gain delle singole tracce.

Laddove fosse necessario puoi anche generare delle automazioni che muovano i tuoi fader in base alle necessità delle differenti sezioni.

Ad esempio, se vuoi che le chitare elettriche abbiano un maggiore impatto sul ritornello e non sulla strofa, ti basterà creare un’automazione che muova il tuo fader in modo differente sulle due parti.

In questa fase in cui tutte le tracce sono senza effetti potrai fare in modo che queste si incastrino al meglio fra di loro senza aggiungere artefatti che potrebbero rivelarsi dannosi per il mix.

6 – La Dinamica

Con l’aggiustamento dei volumi avrai già dato al brano una dinamica generale. In questo modo sarà già chiaro quale parte del brano corrisponde alla strofa e quale al ritornello.

Inoltre avrai anche manipolato la dinamica fra i singoli strumenti in modo da dare più rilievo a quelli più importanti.

Una volta conclusa la fase dei volumi potrai passare alla fase di compressione.

Aggiungi i compressori solo dove ritieni che sia necessario, e ricorda sempre che, dal momento che i volumi generali sono già stati impostati, questa operazione non è volta a dare maggior volume agli strumenti, ma solo a definirne meglio la dinamica.

In questo modo si creerà all’interno del tuo brano una sorta di gerarchia degli strumenti.

Ricorda inoltre di prestare attenzione sempre alla dinamica generale del mix. Una strofa non dovrebbe in nessun caso suonare più forte di un ritornello.

7 – Equalizzazione

Come ti ho detto all’inizio, ad ogni brano vanno applicate regole diverse.

Una canzone che sia composta da solo chitarre e voci avrà di certo un trattamento diverso rispetto ad una canzone dance.

L’equalizzazione ti servirà per evitare problemi di mascheramento fra i diversi suoni.

Gli estremi di banda (ovvero la parte più alta e più bassa dello spettro di frequenza) andranno trattatati con molta delicatezza.

Le basse frequenze dovrebbero essere sviluppate solo dalla cassa e dal basso, ed eventualmente da un particolare synth, dunque dovrai equalizzare in modo tale che queste non interferiscano con le medie e le alte frequenze.

Allo stesso modo gli strumenti che compongono la parte spettrale medio alta dovranno essere tagliate in modo tale da non creare “rumble” sulle basse frequenze.

Questa divisione delle parti da un punto di vista di frequenza creerà una maggiore definizione generale, in questo modo permetterai all’ascoltatore di sentire esattamente come si sviluppa la linea di basso o la chitarra che gli piace tanto!

8 – Immagine Stereo

Una volta che avrai tutte le tue parti compresse ed equalizzate potrai già notare una definizione maggiore rispetto a quando hai iniziato il tuo mix.

A questo punto dovrai dare ai vari strumenti il proprio spazio.

Se stai mixando un brano pop suonato dal vivo, potresti spostare (tramite l’uso del Pan) le tue chitarre sulla destra, la batteria al centro così come la voce e i violini sulla sinistra.

In questo modo darai all’ascoltatore l’impressione di trovarsi di fronte ad un palco dove tutti i musicisti sono ben distribuiti in modo da rendersi tutti egualmente udibili.

Ovviamente, dipende dagli strumenti a disposizione all’interno della traccia e al tipo di effetto che vuoi generare, ma ricorda sempre che una buona suddivisione dei vari strumenti darà un ulteriore senso di pulizia e aria al brano.

La cassa e il basso sono (spesso) gli unici elementi che dovranno essere impostati sul canale mono. Dovranno occupare solo la parte centrale del tuo brano senza interferire con gli altri strumenti.

In questo modo darai maggiore profondità e impatto al tuo brano, e l’ascoltatore avrà inconsciamente un punto di riferimento fisso.

Distribuisci dunque tutti i tuoi suoni sull’immagine stereo senza però esagerare poiché potresti generare degli errori di fase che danneggeranno il mix complessivo.

9 – Ambienti

Nel mixing audio non esistono solo i canali left e right, o almeno non per chi l’ascolta!

Immagina di essere ad un concerto, il batterista è posizionato dietro il cantante, in questo modo non solo eviterà di sovrastarlo (acusticamente parlando) ma permetterà a te e al resto del pubblico di concentrarvi maggiormente sulla parte principale della canzone, il vocale!

Per generare questo effetto dovrai aggiungere dei riverberi e dei delay che simulino l’ambiente in cui tutto il mix suona.

Potrai usare anche diversi riverberi all’interno del tuo brano, ma presta sempre attenzione ai problemi di fase che sono sempre in agguato!

Non esagerare mai con l’applicazione dei riverberi, è un segno distintivo dei principianti.

Come in ogni cosa ci vuole il giusto equilibrio. In questa fase non devi pensare al riverbero audio come un effetto creativo, ma come un vero e proprio strumento che renda il tuo mix più realistico e piacevole all’ascolto.

I suoni con meno riverbero appariranno come più vicini all’ascoltatore, quindi ricorda di usarne in minore quantità sulle parti su cui vuoi che l’ascoltatore si focalizzi.

Al contrario, i suoni più riverberati sembreranno più lontani. Questo potrebbe essere utile ad esempio per suoni dedicati all’ambiente come ad esempio i pad.

10 – Finalizzare

Se hai seguito questi passaggi, ovviamente adattandoli alle necessità del tuo mix, avrai già ottenuto un ottimo risultato dal punto di vista qualitativo.

Il mixing audio è come cucinare. Disponi di diversi ingredienti che vanno lavorati e ben amalgamati per ottenere la tua ricetta finale!

Prima di esportare il tuo mix, potrebbe essere utile applicare sul canale Master una compressione multibanda che provveda a dare maggiore colla al mix complessivo.

Inoltre, se userai un compressore multibanda che emuli un hardware analogico potrai dare al tuo mix un colore aggiuntivo che renderà il suono più corposo e dinamico.

Ricorda che il tuo mix dovrà essere spedito ad un ingegnere di mastering, il quale lo lavorerà ulteriormente per raggiungere la qualità massima possibile.

Pertanto quando esporti il tuo file, fa in modo che questo abbia una frequenza di campionamento adeguata allo scopo. Non esportare adesso il tuo file alla frequenza di campionamento finale, ovvero 44khz a 16 bit (qualità standard dei cd audio e di molti servizi di streaming).

In questo modo darai la possibilità al tuo collega che si occuperà del mastering di lavorare su un file in alta qualità. In questo modo anche lui potrà dare un maggiore contributo al tuo prodotto.

In ogni caso sarà sempre meglio mettersi d’accordo prima per sapere come procedere.

Concludiamo

Come hai visto, il mixing audio è un procedimento complesso che necessita di molta attenzione, pratica ed esperienza. Cerca di apprendere quanto più possibile dai tuoi collaboratori più esperti, e chiedigli di partecipare a delle sessioni di mixaggio, in questo modo potrai farti un’idea più chiara di tutto quello che si può fare su un mix.

Tieni conto che esistono molti libri interamente dedicati a questa fase dal momento che è davvero una scienza e una forma d’arte.

Queste che ti ho proposto sono 10 strategie efficaci per iniziare a lavorare ai tuoi mix!

Se vuoi approfondire l’uso dei singoli strumenti necessari potrebbero interessarti anche queste guide:

Gli strumenti del Sound Design e il loro utilizzo:

I migliori strumenti per produttori e Sound Designer:

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