Musica in 8D, che cos’è e come funziona

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Oggi ti voglio parlare del nuovo fenomeno che da qualche giorno ormai sta impazzando su tutti i social, in particolare su whatsapp. La musica in 8D!

Se ancora non hai avuto modo di sentire qualcosa, in questo video potrai sentire la mia ultima realease con l’effetto “8D”. Ascoltalo con le cuffie altrimenti l’effetto è nullo!

Come puoi sentire hai l’impressione che la musica ti giri intorno, come se venisse da più punti tutti distanti da te.

Questo effetto è reso possibile dall’utilizzo di 3 strumenti ritenuti di base per qualunque sound designer ovvero: 

  • Panning (il controllo che permette di distribuire i suoni all’interno di un’immagine stereo)
  • Reverb (da la sensazione di un ambiente molto grande)
  • Head Tracker (ed ecco l’effetto che genera la magia, permette di definire la grandezza della testa dell’ascoltatore, in modo da riprodurre fedelmente la percezione soggettiva dell’ambiente circostante, inoltre, grazie al controllo di “rotazione” permette di far girare il suono “intorno” all’ascoltatore.)

Il sapiente uso di questi effetti ti permetterà di ricreare l’effetto che per adesso sta impressionando chi non appartiene al campo della produzione musicale.

Un esempio di plugin ottimo per l’head tracking è l’Nx Virtual Mix Room + 6 Nx Head Trackers

Prodotto dalla Waves Audio.

Nx Waves Audio

Come funziona?

Lo so cosa stai pensando, “com’è possibile che da due sole cuffie possa uscire un effetto del genere?, come faccio a sentire il suono da dietro?”

La risposta è da ricercarsi nella Psicoacustica.

La psicoacustica è la disciplina che studia i suoni in relazione alle sensazioni uditive da un punto di vista psicologico (ovvero ciò che un suono scatena nel nostro subconscio) e fisiologico (quello che riguarda, fra l’altro, la generazione di illusioni sonore).

Sfruttando queste conoscenze potrai creare illusioni sonore vere e proprie.

Nel caso della musica “8D” il suono si sposta solo da destra a sinistra, ma grazie all’utilizzo dei plugin precedentemente citati e alla manipolazione di fase che ne consegue, il nostro cervello non è più in grado di riconoscere la provenienza dei suoni.

Inoltre, con un’adeguata equalizzazione, potrai intervenire sulle frequenze, sfruttando la capacità del nostro cervello di scindere e percepire separatamente le basse dalle alte accentuando ulteriormente l’effetto di “8D”.

Leggi il mio articolo sugli equalizzatori audio se vuoi approfondire il concetto di EQ!

Quindi ricapitolando!

Conoscenze Psicoacustiche + Uso Adeguato di plugin specifici + Manipolazione di fase = “8D”

Un po’ di cultura

Ma questa nuova moda dell’”8D” è davvero un’evoluzione degli ascolti musicali?

Mi dispiace deluderti, ma per chi è competente nel settore audio questa tecnica non è assolutamente nuova.

Fin dalla nascita della stereofonia si conducono studi sulla spazialità del suono.

Un esempio è il formato Ambisonics che fu sviluppato a partire dagli anni ’70 in Inghilterra.

Si tratta di un particolare formato surround che aggiunge un ulteriore piano di ascolto, facendo si che l’ascoltatore abbia la sensazione di trovarsi all’interno di una “sfera sonora” in cui i suoni arrivano da ogni direzione.

Ci sono poi i più noti e comuni impianti Surround 5.1 o 7.1 (che si definiscono multicanale) che però non avvolgono completamente l’ascoltatore, poiché i suoni sono solo distribuiti nello spazio (un suono esce dal centro, uno da destra, uno da sinistra, ecc…) e solo sull’asse orizzontale.

Così Dolby, la famosa compagnia londinese, ha deciso di creare Dolby Atmos.

Fu utilizzato per la prima volta nel 2012 al Dolby Theatre di Hollywood in occasione della prima del film Pixar: Ribelle – The Brave.

Il sistema Dolby Atmos può supportare fino a 128 oggetti sonori! Questa caratteristica immerge totalmente l’ascoltatore all’interno dell’azione.

Questi che ti ho appena presentato sono solo alcuni dei formati audio dedicati alla spazialità del suono.

Ne esistono tanti altri che nel corso della storia si sono evoluti, alcuni si sono sviluppati, altri no.

Parlare di musica in “8D” in realtà è un errore. 

Sarebbe più giusto parlare di musica a 360°, ma anche in questo caso non è una definizione perfetta.

Questo perché applicare una catena di plugin (per quanto possa essere ben fatto) ad una traccia già masterizzata, finalizzata, e pensata per suonare in stereo, non è affatto una rivoluzione, si tratta solo di giocare con la psicoacustica e sfruttarne i principi di base.

Sarebbe diverso invece comporre una traccia interamente pensata e progettata per ricreare la magia della sfera sonora.

Per concludere, questa nuova moda crea sicuramente un effetto che, per chi non ha competenze audio, risulta davvero strabiliante.

Potrebbe essere l’inizio di una nuova sperimentazione, ma al momento siamo lontani dal poter dire che diventerà il nuovo standard.

Spero di aver fatto un po’ di luce sull’argomento!

Concludiamo

La musica in “8D” quindi non sarà il futuro della produzione musicale tradizionale, ma in misura diversa trova ampio impiego nel cinema.

Gli strumenti del Sound Design e il loro utilizzo:

I migliori strumenti per produttori e Sound Designer:

Recensioni utili

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