Riverbero: Consigli utili per il mix

Come mixare il riverbero


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Il riverbero ricopre un ruolo di prim’ordine nel campo della produzione musicale.

Ha il difficile compito di ricreare gli ambienti virtuali nei quali suonano i tuoi strumenti e addirittura il tuo intero mix.

Ti ho già mostrato che cos’è il Riverbero Audio e Come Usarlo in questo articolo e abbiamo approfondito gli strumenti oggi disponibili grazie a Riverbero Audio – Top 21.

Nell’articolo di oggi ti mostrerò alcuni utili consigli per mixare al meglio il tuo riverbero, creando così una maggiore sensazione di spazio e una sensazione di pulizia generale all’interno del mix.

Essendo uno strumento di primaria importanza, il riverbero va adoperato scrupolosamente e solo quando necessario.

Molti sound designer alle prime armi e music producer inesperti si fanno trascinare troppo dal meraviglioso effetto che può creare questo strumento e, a volte, ne perdono il controllo.

La pena sarà un mix che suona distante e poco definito, oltre ai diversi problemi di mascheramento e fase ai quali andrai incontro.

Per evitare questi inconvenienti ecco i miei consigli per mixare il riverbero.

Riverbero in traccia di ritorno o in insert?


FX Insert o Send?
FX Insert o Send?

A questa domanda non esiste una risposta univoca.

Infatti, dipende sempre dal tipo di risultato che si vuole ottenere.

Aggiungere il riverbero su un suono applicandolo in insert è sicuramente un processo più complesso e delicato che rischia di danneggiare il mix se non lo si lavora con la dovuta cura.

Questo avviene perché, se applichi il riverbero in insert, un eventuale equalizzatore audio o compressore audio applicato subito dopo (o anche prima) interverrà sia sul riverbero che sul suono originale.

A meno che questo non sia voluto è sempre meglio applicarlo in traccia di ritorno.

Sulla traccia di ritorno potrai tenere il riverbero con un Wet del 100%, doserai poi l’ingresso del segnale da riverberare grazie alla mandata.

A questo punto, potrai lavorare sul segnale riverberato senza tuttavia influenzare il segnale originale che rimarrà asciutto e risalterà maggiormente all’interno del mix dando una generale sensazione di definizione.

Sulla traccia di ritorno ti converrà sempre lavorare il riverbero affinché le frequenze da questo generate non interferiscano con il suono originale.

Per farlo esistono diversi modi.

Il primo prevede l’applicazione di un equalizzatore audio prima del riverbero.

in questo modo avrai il controllo totale del segnale in ingresso del riverbero.

Così facendo, influenzerai la reazione del plugin di riverbero al segnale in ingresso.

Il secondo metodo invece consiste nel porre l’equalizzatore dopo il riverbero.

Grazie all’uso sempre misurato dell’EQ potrai così modificare l’intero segnale in uscita senza tuttavia influenzare in alcun modo l’intervento del riverbero stesso.

Dunque, si evince che, utilizzando una traccia di ritorno per il riverbero avrai più possibilità di intervento sull’effetto e questo ti permetterà di lavorarlo in modo da non creare conflitti in termini di frequenza con il suono originale o con altri suoni all’interno del mix.

Il riverbero va trattato come uno strumento a parte


A questo punto è importante capire che il riverbero va trattato come un strumento a parte.

La natura del riverbero tuttavia è legata strettamente allo strumento che lo “scatena”.

La difficoltà insita nel mix del riverbero è proprio questa, riuscire a creare un ambiente per i nostri suoni senza tuttavia affliggerli in alcun modo.

Sulla traccia di ritorno potrai intervenire senza interferire in alcun modo sul segnale originale il che ti darà un notevole vantaggio.

Tuttavia, con il fine di generare effetti creativi potresti utilizzare un terzo metodo.

Crea una seconda traccia contenente lo strumento d’origine che desideri riverberare.

Applica successivamente in insert su questa traccia il tuo riverbero e mantieni un Wet del 100%.

In questo modo avrai il segnale originale su una traccia e il riverbero al 100% (sempre del segnale originale) su una seconda traccia.

Converti in audio la seconda traccia quando sarai convinto delle impostazioni del riverbero.

Potrai adesso lavorare il solo segnale riverberato come fosse un vero e proprio strumento, con il vantaggio ulteriore di poter estrapolare campioni audio da utilizzare in reverse o semplicemente come effetti sparsi in giro per la traccia!

Si tratta di un metodo utile quando vuoi creare una maggiore omogeneità sonora all’interno del mix senza discostarti troppo dai suoni che già hai utilizzato all’interno della sessione.

Utilizzare i filtri nativi


Ableton Live Reverb filtri nativi
Ableton Live Reverb filtri nativi

La maggior parte dei plugin di riverbero professionali dispongono di filtri nativi.

Utilizzare questi filtri ridurrà l’intervento necessario tramite EQ e ti permetterà di ottenere fin da subito un suono più pulito e coinvolgente.

Il Low Cut Filter sarà il tuo migliore amico in questa avventura di mixing!

Le basse frequenze sono sempre una delle parti più delicate e di difficile gestione all’interno di un brano.

Utilizzando con sapienza e gusto un filtro taglia basse otterrai maggior spazio all’interno del mix, spazio che dovrà essere utilizzato esclusivamente per il basso ed eventualmente la cassa.

Soprattutto in ambito elettronico, le frequenze al di sotto dei 200Hz sono spesso riservate a cassa e basso e, in alcune occasioni, anche a grossi sintetizzatori.

Il riverbero sulle basse frequenze potrebbe rivelarsi dannoso soprattutto perché si verificheranno con maggior facilità effetti di mascheramento.

Inoltre, le frequenze medio basse (spesso identificate come “mud” fangose) potrebbero risultare difficili da controllare e, in impianti molto grandi, come quelli di concerti, festival o cinema, il mix risulterebbe molto sgradevole all’ascolto.

Dunque, utilizza i filtri nativi per evitare di incorrere in questi rischi ed eventualmente rifinisci con un equalizzatore.

Dovrai inoltre valutare l’utilizzo di filtri High Cut, ovvero taglia alte.

Questo tipo di filtro può essere particolarmente utile per eliminare il tipico “harsh” che si aggiunge specialmente sui piatti, quindi Hi Hat, Rides o Crash.

Non solo, se lo strumento originale che stai riverberando presenta distorsioni o saturazioni sulle alte frequenze, grazie all’uso di questo filtro potrai limitarne la presenza.

Non esagerare mai con l’utilizzo di questo tipo di filtro e adoperalo solo quando strettamente necessario, se non ben gestito darà una sensazione di chiusura generale e il tuo mix sembrerà come ovattato.

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Sidechain


Una tecnica utilizzata da molti esperti che può portare ad una maggiore chiarezza complessiva del mix è quella di applicare al segnale riverberato una sidechain.

Molto in voga nel mondo della musica elettronica, questa tecnica ti permetterà di evitare problemi di mascheramento in modo rapido e con possibili risvolti creativi!

La tecnica di base consiste nel applicare una sidechain al suono riverberato che sia innescata dal suono originale (non riverberato).

In questo modo tutte le volte che il suono dry suonerà, il riverbero subirà una lieve perdita di guadagno che permetterà al suono originale di uscire meglio dal mix.

I valori di attacco e release del compressore andranno settati con precisione in base al tipo di strumento sul quale stai applicando il riverbero.

Se portata all’estremo (ovvero con un valore di treshold molto basso) il riverbero verrà quasi silenziato durante l’esecuzione del suono originale.

Questo causerà una sensazione innaturale ad un ascoltatore, tuttavia genererà degli effetti ritmici interessanti che potrebbero avere un ottimo valore creativo.

Un altro aspetto interessante consiste nel far si che la sidechain venga innescata dalla cassa.

In questo modo il riverbero seguirà il pattern ritmico del kick (quindi della batteria) e ne diventerà parte integrante dando maggiore sensazione di ritmo e movimento all’intero mix.

Grazie a questa tecnica potrai valutare se tagliare meno le basse frequenze, in questo modo il riverbero risulterà più “pieno” ma non causerà comunque mascheramento quando suonerà la cassa (o il basso se farai in modo che sia questo l’innesco).

L’importanza del Tempo


Verifica sempre i tempi del riverbero
Verifica sempre i tempi del riverbero

Anche il riverbero come il delay audio è influenzato dal tempo della traccia (il bpm).

È fondamentale trovare il giusto sync con il tempo della sessione per evitare che il riverbero si attivi fuori tempo causando, oltre all’ormai noto mascheramento, dei fuori tempo sgradevoli a livello ritmico.

A differenza del delay, che spesso dispone di comandi già in sync con la sessione, il riverbero va calcolato di volta in volta.

Questo perché spesso (non in tutti i casi ma nella maggior parte) il tempo del riverbero è espresso in Millisecondi (ms) oppure in Hertz (Hz).

Essendo il calcolo relativamente complesso e sempre diverso in base al genere musicale che stai producendo e ai diversi effetti che vuoi ottenere, avrai bisogno di un Note Lenght Calculator.

Si tratta di un comune calcolatore che ti verrà incontro quando dovrai settare le impostazioni del tuo riverbero.

Questo Music Calculator ti tornerà molto utile in fase di produzione… e non solo per il riverbero.

Conoscere i tempi (in ms) della tua traccia ti tornerà utile anche per altri effetti come ad esempio l’Autopan, i filtri ed in generale quegli effetti che possono muoversi in sincronia con il brano.

L’obiettivo principale, per ottenere la maggior pulizia possibile, è di non far mai scontrare (suonare insieme) il suono originale e il riverbero applicato.

I valori principali con cui avrai a che fare in questa fase sono il pre-delay e il decay.

Il pre-delay controlla il tempo di ritardo (per l’appunto espresso in millisecondi) che precede l’inizio della prima riflessione.

Questo valore, non solo influenzerà la sensazione di grandezza dello spazio in cui suona lo strumento, ma ti tornerà estremamente utile sul piano ritmico se sfruttato opportunamente.

Il decay invece, regola la durata della coda riverberante, importantissimo per evitare che si accavalli su altre note (specialmente se sono ravvicinate, come ad esempio per un Arpeggiatore).

Se regolato male, il decay sarà proprio il responsabile del mascheramento (nella maggior parte dei casi) e, in alcuni casi, anche di fastidiose dissonanze armoniche che inficeranno la qualità musicale del mix complessivo.

Usa le Automazioni


Automazione Dry/Wet sul Riverbero di Ableton Live
Automazione Dry/Wet sul Riverbero di Ableton Live

Per noi music producer e Sound Designer, il riverbero ha una valenza molto importante, al pari del “pedale” per un pianista.

Infatti, lo si potrebbe graficamente immaginare in modo analogo.

Un pianista solleverà sempre il piede dal pedale prima di suonare il prossimo accordo, questo per evitare, come abbiamo detto, accavallamenti armonici sgradevoli.

Alzare il piede dal pedale, per noi Sound Designer, equivale ad automatizzare il Dry/Wet del nostro riverbero, o nei casi più estremi perfino il Bypass.

Durante l’intera traccia infatti, sarà opportuno automatizzare questi valori proprio per ottenere una maggiore pulizia senza tuttavia perdere coerenza sonora all’interno del mix.

Automatizzando il comando di Bypass si percepirà un’interruzione netta del riverbero, cosa utile ad esempio durante una transizione.

Al contrario, automatizzando il valore di Dry/Wet avrai una sensazione più naturale e gradevole in generale.

Dovrai occuparti del riverbero di ogni singolo strumento e automatizzarlo in base alle diverse sezioni della traccia.

Talvolta può essere utile utilizzare (e automatizzare) due o più riverberi per offrire sensazioni diverse durante l’intera esecuzione.

Ad esempio, durante una strofa cantata, sarà più opportuno utilizzare un riverbero con una coda (decay) corta, al contrario, in uno Special si potrà usare una coda più lunga per dare una sensazione di “magia” e “incanto” ad una parte appunto speciale all’interno del brano.

Non dimenticare però che se si eccede con l’utilizzo di diversi riverberi o con le automazioni potresti perdere la coerenza del mix.

Infatti sarebbe strano sentire prima uno strumento molto vicino e poco riverberato e subito dopo lo stesso strumento estremamente riverberato.

Risulterebbe innaturale e sgradevole.

Infine, considera questa tecnica per l’uso in contesti di musica elettronica più che in contesti orchestrali o musica dal vivo.

Nella musica elettronica anche se qualche artificio dovesse essere udibile potrebbe non risultare sgradevole, al contrario nella musica d’orchestra, o in generale nella musica suonata live, il riverbero dovrebbe avere sempre le stesse impostazioni per dare una maggior sensazione di spazio e di naturalezza.

Conclusione


Il riverbero dunque, ha mostrato ancora una volta di essere un tassello fondamentale nel mix e ancora di più nella musica in genere.

Grazie alla psico acustica “inganna” piacevolmente la nostra mente e la porta in spazi virtuali che altrimenti non potremmo mai visitare.

La sensazione di coinvolgimento dettata da una traccia è in parte dovuta al riverbero, capace dunque di regalarci emozioni e farci sentire all’interno del mix stesso.

Utilizza questo strumento esercitando sempre il massimo controllo su di esso, nulla va lasciato al caso, la pena sarà un mix poco definito e offuscato che non permetterà di godere del brano come invece si dovrebbe.

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