layering audio

Layering Audio

Il Layering nel Sound Design e nella Produzione Musicale


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Il Layering audio è una tecnica molto utilizzata, sia nel sound design che nella produzione musicale.

Il Layering, come suggerisce il nome, consiste nel sovrapporre diversi suoni con il fine di far risultare un suono unico più corposo e interessante per l’ascoltatore.

Questa tecnica è utilizzata nel sound design per sovrapporre diversi suoni (spesso suoni di oggetti fisici come ad esempio catene, chiavi, piatti, pentole, ecc.) con l’obiettivo di creare un suono nuovo e unico.

Il suono risultante potrebbe essere utilizzato per la sonorizzazione di mostri, macchinari fantastici o altri oggetti e animali mitologici.

Un esempio dell’uso di questa tecnica può essere il suono della famosa spada laser nella saga di Star Wars, dove Ben Burtt si è avvalso di diversi strumenti e suoni per ottenere il leggendario effetto che oggi è una firma indelebile della saga.

Se nel sound design il Layering viene applicato su effetti, oggetti e animali, nella produzione musicale sono invece gli strumenti ad essere sovrapposti.

Ad esempio, la creazione di un basso synth potrebbe richiedere più suoni per raggiungere il corpo che ci si aspetta da questo tipo di suono.

Il concetto rimane comunque lo stesso in entrambi i campi di applicazione, ovviamente, non esiste uno schema predefinito e dovrai valutare le necessità dei suoni di volta in volta.

Analizziamo i passaggi necessari per un uso corretto della tecnica di Layering.

La scelta dei suoni


Il Layering inizia con la scelta dei giusti suoni.

Immagina di dover creare ad esempio un Lead Synth per la tua melodia.

Avrai bisogno di suoni che concentrino il loro contenuto in frequenza sulle medio alte per far si che il tuo synth risalti all’interno del mix (visto che deve svolgere la parte principale, ovvero la melodia), ma anche di suoni che si occupino delle medio basse frequenze per dare un maggior corpo e impatto al suono stesso.

Sebbene, idealmente, potresti layerare un numero infinito di suoni, è opportuno ricordare che “meno è meglio”.

Per creare un suono interessante potrebbero essere necessari solo due o tre layer.

Un suono con un minor numero di layer sarà più facile da gestire e da mixare, presenterà meno problemi di fase e di mascheramento, il che ti tornerà estremamente utile quando dovrai modellarlo.

Una scelta adeguata potrebbe comprendere tre livelli, uno per le medio alte, uno per le medie e uno perle medio basse.

Ricorda che ogni suono dovrà avere il suo ruolo ben definito all’interno di quello che sarà il suono definitivo, due suoni che occupano lo stesso range in frequenza, per quanto possano essere diversi, creeranno comunque dei problemi interni che inficeranno la qualità del tuo lavoro.

Valuta inoltre l’uso di suoni che si occupino di parti diverse dell’inviluppo, ad esempio, potresti scegliere un suono percussivo che si occupi dell’attacco, un suono centrale che si occupi del sustain e uno più morbido che invece ricrei la release.

Nel Layering viene impiegato il withe noise per creare una maggiore amalgama fra i suoni.

Aggiungere un layer di rumore bianco ti permetterà di riempire i buchi in frequenza lasciati fra i diversi suoni dando l’impressione di un suono più compatto.

Una volta che avrai scelto i tuoi suoni potrai procedere alla creazione di un Gruppo/Bus dove far convogliare i tuoi layer.

In questo modo potrai lavorare sia i suoni singolarmente che il suono complessivo.

Esempio di Layering su Ableton Live
Esempio di Layering su Ableton Live

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Modellare i suoni nel Layering


Per modellare i suoni nel Layering si utilizzano principalmente gli equalizzatori e i filtri.

Altri strumenti che possono tornare utili sono indubbiamente compressori e saturatori.

La prima cosa da fare, una volta scelti i suoni con cura e definito il loro ruolo, è procedere all’equalizzazione dei singoli layer che compongono il suono.

In questa fase, tramite l’uso di equalizzatori e filtri, si procede all’attenuazione o eliminazione delle frequenze indesiderate, sia perché possono creare problemi di mascheramento e di fase, sia perché potrebbe essere nostra intenzione non mantenerli nel risultato finale.

Il suono che si occupa delle basse frequenze sicuramente potrà essere attenuato sulle medio alte, così come il suono che occupa la parte medio alta dello spettro (ed è destinato a quella parte) non avrà bisogno di frequenze basse.

Nel Layering è fondamentale la gestione dei volumi interni del suono (ovvero dei singoli layer), una volta che avrai modellato i singoli suoni, occupati di bilanciare fra loro i volumi interni finché non otterrai l’impressione di un suono unico.

Ricorda che dovrai costantemente bilanciare i volumi dei tuoi layer per ottenere un buon risultato.

L’inserimento di un processore di segnale, un eq, un compressore, ecc. andrà ad alterare ogni volta il bilanciamento interno dei volumi.

Una volta che avrai ottenuto il meglio dai tuoi suoni potrai procedere ed effettuare un’equalizzazione complessiva dei tre livelli, dando dei piccoli boost dove necessari ed eventualmente attenuando risonanze indesiderate, in questo modo otterrai maggiore amalgama fra i suoni.

A questo punto, aggiungere un compressore sul Gruppo/Bus ti aiuterà a dare maggior colla ai tuoi suoni.

Procedi con una compressione delicata e aumenta finché non ottieni un buon bilanciamento fra dinamica e amalgama fra i suoni.

Modellare i suoni significa anche dar loro un colore, aggiungi saturatori e distorsori dove necessari per rendere più interessante ogni singolo suono, se ben gestiti (ricorda sempre di impostarli in modo che lavorino al meglio con gli altri plugins) otterrai un suono coinvolgente e di grande impatto per l’ascoltatore.

Una volta che avrai terminato la lavorazione dei singoli suoni potrai disporli sul panorama stereo, cercando di mantenere sempre le basse frequenze sul centro ovvero in mono.

Per farlo, potrai utilizzare strumenti come Utility, nativo di Ableton Live oppure Relay di iZotope.

Esistono molti strumenti per gestire la grandezza dell’immagine stereo.

Ricorda inoltre che, suoni con frequenze alte meno accentuate e volumi ridotti appariranno più lontani di altri suoni, sfruttalo a tuo vantaggio.

Modellare il Gruppo/Bus


Una volta che sarai soddisfatto della lavorazione dei singoli suoni, potrai passare a processare il Gruppo/Bus.

Nel paragrafo precedente abbiamo applicato un EQ e un Compressore “di contenimento” sul gruppo, questi strumenti però sono finalizzati alla pulizia e al controllo, non all’estetica del suono.

Potrai infatti applicare diversi strumenti per ottenere un suono più coinvolgente: un compressore multi-banda, un saturatore, un EQ additivo, ecc.

In questa fase, processori di segnale emulatori di macchine analogiche sono consigliati, permettono di aggiungere un colore unico e interessante che darà un valore aggiunto al tuo suono.

Prova ad esempio ad utilizzare il Sie-Q di Soundtoys per effettuare i boost e ottenere una maggiore amalgama fra i layer.

Infine, crea l’ambiente.

Per farlo potrai come sempre applicarlo in insert (in questo caso cerca di non andare oltre il 15/20% di dry/wet) oppure in traccia di ritorno.

Utilizza un unico riverbero solo sul gruppo, in questo modo creerai maggior colla fra i layer e la sensazione sarà quella di un unico strumento che suona all’interno di una stanza.

Se applicato in traccia di ritorno avrai la possibilità di modellare anche il riverbero, cosa che ti tornerà utile per evitare problemi di mascheramento, specialmente sulle basse frequenze.

A questo punto hai concluso. Hai creato il tuo suono sfruttando la tecnica del Layering!

Conclusione


Il Layering è una tecnica molto utilizzata nella produzione musicale.

Concettualmente non è molto distante dalla sintesi additiva, in cui si sommano dei suoni puri per ottenerne uno complesso.

Padroneggiare questa tecnica significa saper creare suoni nuovi, dare un valore aggiunto alle proprie produzioni e creare un timbro unico ai propri prodotti.

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